Paradossale, ma corretto, l’accostamento delle parole di Sant’Agostino alla crisi del debito che attanaglia il mondo: “dammi castità e continenza, ma non subito”
Purtroppo però stimola la riflessione, ma non risolve il problema. Non subito, ma quando? Non certo mai, nelle intenzioni di Sant’Agostino. E allora, di nuovo, quando? Applicato al realtà dei dell’economia internazionale oggi, invita al gradualismo negli interventi, ma non ne fissa la tempistica. Ed il problema non si risolve.
La calma,, e non sempre, attuale sui mercati finanziari è dovuta alla iniezione di liquidità della Bce, di dimensioni mostruose. Placa, e non sempre, le acque, ma non risolve il problema.E’ una delle tante tappe dell solito gioco: si paga un debito con un altro debito, più sicuro e credibile. Ma il problema non è la sostituzione del debito, è la sua riduzione. E ridurre il debito provoca depressione. Se ne sono accorti i greci, ce ne stiamo accorgendo noi, ed è una esperienza storicamente consolidata consolidata. Ma è l’unica via d’uscita: il debito non crea sviluppo. E l’invocazione del prestatore di ultima istanza, la affermazione che il problema dell’Italia, e degli altri paesi dell’euro in difficoltà è quello di non aver la possibilità di stampare moneta è evocare la peggiore delle tasse: l’inflazione. Certo il governo inglese non ha problemi a finanziare il suo enorme deficit annuale: la Banca d’Inghilterra può stampare sterline. Ma si può vivere perdendo ogni anno il 10% del proprio fatturato?
E si ritorna a Sant’Agostino: castità e continenza sono virtù da coltivare, e il suo non subito non può e non vuole dire mai. Il debito va ridotto, poco per volta per non provocare sconquassi, ma va ridotto.
Possibile che in questo paese sia così difficile capire quante cose potrebbero essere fatte con gli 80 miliardi, quasi il 20% della nostra spesa pubblica, che ogni anno paghiamo per finanziare il nostro debito?
Possibile che sia così difficile capire che per pagare poco il debito molto spesso basta solo essere giudicati credibili?
Possibile non accorgersi di quanto pesi in questo la svolta psicologica che a livello mondiale si è compiuta in questi mesi nella percezione del nostro paese, con un incesamento di Monti che molto spesso oscilla fra il ridolo e l’imbarazzante? Ma paga, e debbiamo approfittarne.
E, per favore, non ditemi che calpesta diritti. I primi diritti da tutelare non sono quelli degli esodati, ma quelli di chi non ha voce e che non ha beneficiato del momento della accensione del debito e che dovrà subire il momento del suo ripagamento.
La prima delle eguaglianza, mi spiace per la Camusso, è quella fra le generazioni.
Per favore, non dimenticatelo.
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